Anello Rifugio Valgravio e Certosa di Montebenedetto (Val di Susa)

La meta di questo itinerario ad anello è in Piemonte, nel territorio del Parco Naturale delle Alpi Cozie, nel Comune di Villar Focchiardo (TO), in Val Susa.

Un percorso immerso in boschi di faggio e conifere, con scorci panoramici sull’ intera vallata , ad anello, che attraverso la “Via dei Franchi” e i “Sentieri Certosini” ci condurranno prima al Rifugio GEAT Valgravio e successivamente alla secolare storica Certosa di Montebenedetto risalente al XIII secolo.

Prepariamoci quindi a ripercorrere parte dei sentieri di Carlo Magno e quei percorsi privilegiati per pellegrini e viandanti in transito lungo la Valle di Susa.

Itinerario

La partenza del nostro itinerario è ad Adret in località Città – San Giorio di Susa dove nei pressi dell’ultimo tornante troviamo ampio spazio per parcheggiare auto e trailer quindi sistemiamo e vestiamo i cavalli.

Nei pressi, un cartello della Regione Piemonte con l’indicazione per “Rifugio Valgravio” e “Certosa di Montebenedetto” . Non seguiremo però, la direzione indicata dalla freccia (a sinistra) ma procederemo dalla parte opposta (a destra) direzione “Paradiso delle Rane”.

Da questo punto dopo pochi metri troveremo, alla nostra sinistra , un secondo cartello n°512 da dove parte un sentiero in salita, punto di partenza itinerario (in questo modo raggiungeremo nell’ordine prima il rifugio e poi la Certosa e non viceversa).

Il primo tratto di strada è completamente in salita, il terreno permette una buona presa per i piedi dei cavalli.

Raggiunto il culmine, dopo un centinaio di metri, si procede in piano attraverso un meraviglioso bosco molto vario di conifere e latifoglie tra vialetti di muro a secco e ruderi in pietra ad indicare la presenza della vita di un tempo.

Facendo attenzione ai segnali bianco/rossi presenti sugli alberi procediamo la nostra marcia sali scendi nel bosco. Procediamo per circa una 40na di minuti e raggiungiamo delle aree che attraversiamo con molta attenzione essendo ricoperte da pietre saponarie quindi molto scivolose al contatto con i ferri.

Zizzagando superiamo questo tratto e dopo un paio di scaloni in pietra (a cui fare attenzione per la presenza di una griglia metallica per far presa sulla stessa in fase di salita/discesa nei mesi invernali) torniamo in piano su un largo sentiero orograficamente alla destra del fiume Gravio. I pochi minuti raggiungiamo il nostro punto sosta, il Rifugio Valgravio a 1390m di quota.

Sistemati i cavalli con una piccola tesata, pranziamo a sacco ma non perdiamo l’occasione di deliziare il palato con dell’ottimo “bunèt” e un bicchiere di “genepì”, rigorosamente fatti in casa, e cosi, avere modo di fare due chiacchiere con Mario, il gestore, il quale gentilmente ci ha dato supporto e ottimi consigli su come procedere e affrontare il resto del nostro itinerario che, per concluderlo ad anello, da li a breve ci avrebbe messo alla prova affrontando ostici passaggi.

Lasciamo Mario e il rifugio e ci dirigiamo alla prima difficoltà, superare il fiume Gravio: non potendolo superare attraverso l’unico ponticello in legno per via di dimensioni e portata non ci resta che guadarlo.

Fortunatamente il livello in questo periodo è ottimo , un po’ meno la superficie delle pietre che troviamo sul percorso, ricoperte di muschio e quindi molto scivolose. Attraversiamo in prossimità di un cartello indicante “percorso equestre” ed effettivamente sembra il punto migliore. Superato andiamo alla ricerca dei tipici segnali bianco/rosso che facciamo fatica a trovare ci troviamo in un percorso sicuramente poco battuta dove ormai la vegetazione regna sovrana.

Tra un albero e l’altro ci facciamo strada e in costante salita saliamo sul sentiero in cima quindi mantenendo il fiume alla nostra sinistra ci dirigiamo vero valle.

Il sentiero prosegue sempre dritto senza importanti cambi di direzione e attraversa con un lungo mezzacosta nel bosco prima di conifiere e poi direttamente in una faggeta.

Al cartello indicate il bivio per la Certosa di Montebenedetto, deviamo in direzione di quest’ultima e superate diverse baite diroccate ci conduce ad ampi pratoni e discesa fino ad un ponte secolare risalente al 1200, ultimo varco storicamente vigilato per non permettere a chiunque di raggiungere la Certosa.

Davanti a noi ampi prati e la maestosa abbazia di monaci certosini al centro. Il luogo merita assolutamente una sosta riflessiva e una visita all’interno delle mura dove, tra l’altro è possibile acquistare prodotti locali o godere di una gustosa merenda.

Lasciamo alle nostre spalle le mura e ci dirigiamo verso un palo votivo con un cartello nella quale troviamo l’indicazione per Balma e Adret. Seguiamo per Adret.

Il percorso non è intuitivo, con un po di esperienza troviamo tracce di sentiero che si inerpicano dietro un gruppo di case.

Una Signora abitante della borgata vedendoci salire ci redarguisce informandoci della difficoltà del percorso soprattutto a cavallo.

Ringraziamo e confidenti con le nostre capacità e cavalli decidiamo di proseguire per poi giusto poco dopo confermare quanto indicatoci precedentemente.

Il poco e visibile sentiero (n°524) ci porta all’interno di un vallone , sicuramente suggestivo per il colore dovuto alla presenza dei faggi ma con importanti discese risalite e stretti pertugi da superare a picco sulla costa con punti completamente nascosti dalle foglie che non ci permettono di sondare la tipologia di terreno costituito principalmente da pietre saponiarie.

Per circa 45 minuti si sale e si scende da cavallo e si affronta il percorso prima in discesa e poi dopo aver affrontato un ulteriore tratto del fiume guadandolo , in stressa salita sino finalmente ad una piccola borgata costituita da uno stretto numero di case nella quale troviamo nuovamente l’indicazione per Adret che, ovviamente seguiamo.

Da qui troniamo brevemente sui nostri passi sino al Cartello “Sentiero dei Franchi ” bidirezionale già visto in mattinata quindi, il segnale indicativo della chiusura del nostro anello. Da questo punto prendiamo verso destra e ripercorriamo tratto del percorso svolto in mattinata che nel giro di un 30 minuti circa ci riconduce ad Adret e quindi al parcheggio, il nostro punto di arrivo.

In conclusione possiamo sostenere di consigliare il percorso fino al rifugio e ritorno sulla medesima via , di difficoltà medio-facile, un buon occhio e una capacità di conduzione del cavallo è comunque essenziale, mentre, l’itinerario ad anello lo consigliamo ad escursionisti equestri esperti, pratici di orientamento in natura.

Ci auguriamo che l’articolo vi sia piaciuto e speriamo di incrociarci al più presto.

Un saluto da Lucky e Unique.


Lunghezza percorso: circa 15,00 km (anello)

Esposizione: Varie
Tempo necessario: – a cavallo 4,0 – 5,0 ore (con soste)

Dislivello: +/- 390 m
Quota di partenza: 1000 m

Quota max: 1390 m

Copertura rete cellulare/gps: si

Fontana/sorgente: no
Grado Difficoltà: T E fino al rifugio, E EE (anello)

Carta: Fraternali n°3*

Tipo di terreno: Misto – ciottolato – terra – pietra

Data escursione: aprile 2023

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